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  • QUAL È LA DIFFERENZA TRA FAP E DPF

I molti veicoli che sono in circolazione sono una delle principali cause di inquinamento atmosferico. Infatti, con la loro emissione di gas, fumi e polveri sottili rappresentano un vero e proprio danno per la salute dell’uomo. Nonostante negli scorsi anni ci sia stata l’introduzione di una normativa specifica e dura che ha apportato un sensibile miglioramento della qualità dell’aria rispetto agli anni che l’hanno preceduta, le emissioni inquinanti pericolose continuano a circolare e sono soprattutto quelle delle auto.

L’aumento del parco circolante ha fatto in modo di creare e installare dispositivi che riducono di molto il tasso di inquinamento dei gas e il tasso di tossicità, che sono prodotti dalle nostre vetture. Ciò ha portato così le diverse case costruttrici a rispettare le norme di sicurezza ambientali che sono sempre più rigide.

In questo articolo andremo a scoprire insieme cosa sono i Fap e i Dpf, ma soprattutto, cosa c’entrano con l’ambiente.

Cos’è il Fap?

Il Fap (Filtre à particules) o filtro antiparticolato, è l’elemento che fa parte del sistema di depurazione dei gas di scarico delle auto diesel, destinato all’abbattimento delle polveri. Dunque, garantisce l’efficienza del motore e aiuta a ridurre le emissioni nocive.

Questi filtri sono stati i primi ad essere installati su vetture di produzione e successivamente il loro utilizzo è stato esteso alla motorizzazione 2.0HDI con una conseguente installazione su una grande quantità di vetture. Tra queste troviamo le auto della Joint-venture FIAT-PSA (Ulisse Phedra).

Il funzionamento del filtro antiparticolato è possibile grazie alla presenza di un filtrante che svolge la mansione di trattenere le polveri di PM10. All’interno del Fap è quindi presente un additivo grazie al quale viene favorita l’aggregazione del PM10 in agglomerati più grandi e di conseguenza sono più facilmente filtrabili.

In media, attorno ai 500 km l’accumulo delle particelle nel filtro raggiunge un livello prestabilito e dunque si innesca un processo di pulizia automatica detto “Rigenerazione”. Questa avviene automaticamente grazie ad un software.

Questi filtri sono stati i primi ad essere installati a bordo delle auto di serie e di conseguenza sono anche quelli in cui si riscontrano più problematiche. Si pensi che è entrato nel mercato grazie al gruppo Peugeot-Citroën sulla berlina Peugeot 607.

Per procedere alla pulizia del Fap possiamo adoperare dei kit di pulizia specifici per questo filtro antiparticolato, composti da una bomboletta di prodotto detergente da spruzzare al suo interno, attraverso un manicotto. In media, un kit fai da te per la pulizia e la manutenzione del Fap, ha un costo di 500 €, mentre per la sostituzione dei dispositivi più costosi si può arrivare a spendere anche 5.000 €.

Cos’è il Dpf?

Il Dpf, ossia filtro antiparticolato diesel, è un filtro adoperato per ridurre al minimo il numero di particelle nocive che fuoriescono dai sistemi di scarico di veicoli a gasolio. Il suo obiettivo è quello di rendere più sicura e pulita l’aria circolante, ciò soprattutto negli spazi chiusi.

A partire dal 2009, anno in cui è entrato in vigore la normativa “Euro 5”, gli standard per le emissioni di gas di scarico delle nuove auto diesel richiedono la presenza di un Dpf nell’impianto di scarico. C’è da precisare che in molte auto che sono state immatricolate prima del 2009 avevano già un filtro antiparticolato.

I Dpf riducono le emissioni di polveri sottili diesel dell’80 % circa.

Dunque, svolge il compito di trattenere le polveri sottili di carbonio con dimensioni fino a 100 micrometri prodotte dalla combustione di olio e carburante che avviene all’interno dei cilindri. Proprio per tale motivo è uno degli elementi più importanti del sistema di trattamento dei gas di scarico.

Per quanto riguarda il suo funzionamento, una volta che avviene lo scoppio all’interno dei cilindri, gli elementi che sono prodotti dalla combustione vengono indirizzati verso il condotto di scarico attraverso l’apertura delle valvole. La sua struttura a nido d’ape in carbonio di silicio trattiene il particolato.

La pulizia del Dpf avviene automaticamente. Una volta che il software di gestione calcola un valore troppo alto di polveri si avvia un processo di rigenerazione che va a bruciare direttamente le polveri sottili, trasformandole in anidride carbonica e ossido di carbonio. Questo processo avviene grazie ad una post iniezione di gasolio all’interno del filtro e bruciando la temperatura sale oltre i 600 gradi, arrivando alla combustione diretta delle polveri.

Qual è la differenza tra Fap e Dpf?

In sostanza, il Fap è un dispositivo in grado di funzionare senza l’ausilio di additivi coadiuvanti a temperature comprese fra 600 e 650 gradi, mentre il Dpf è una tipologia di filtro standard comune alla maggior parte delle auto. Inoltre, il Fap sfrutta temperature più elevate nel corso della rigenerazione ed offre il vantaggio di generare una minore contro-pressione dei gas di scarico, mentre il Dpf adopera un additivo a base di cerina che è capace di abbassare le temperature di rigenerazione fino a 400 gradi.

Dunque, Fap e Dpf svolgono la stessa funzione, ma si differenziano per la loro struttura e per il loro funzionamento.

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